Il Parco della Val Sanagra

  • Ecomuseo Val Sanagra - Veduta del Parco Naturale della Val Sanagra

    Veduta del Parco Naturale della Val Sanagra

  • Ecomuseo Val Sanagra - Scorcio su Bellagio e il Lago di Como

    Scorcio su Bellagio e il Lago di Como

Dopo tanta attesa e dopo la creazione e l’apertura del Museo Etnografico Naturalistico della Val Sanagra che ha riscosso tanto interesse, nasce una nuova istituzione atta a valorizzare e salvaguardare il nostro territorio: il “Parco locale della Val Sanagra (P.L.I.S)”, fortemente voluto dai comuni di Grandola e Menaggio.

L’istituzione del parco era una tappa necessaria per iniziare questo interessante percorso innovativo per l’area del Lario occidentale e di estrema importanza attuale, data la “riscoperta” e l’interesse per la natura dell’“uomo di oggi”.
La “creazione e la crescita” di un parco avviene per gradi: in particolare i parchi di interesse sovracomunale, nascendo dalle radici dei comuni, vengono costituiti secondo un’adeguata miscela di salvaguardia, fruizione e rispetto delle attività svolte dalla popolazione locale.
La stessa istituzione del parco richiedeva un percorso burocratico (e di intesa) con l’Amministrazione provinciale, fase che ha impegnato i comuni di Grandola e Menaggio. In seguito è nata una convenzione che prescrive le norme essenziali per la gestione del parco, la stessa convenzione prevede la creazione di un Comitato di gestione al quale si demanda il compito di stendere le linee guida per sviluppare il P.L.I.S.

Forse ancora oggi vi è chi ritiene che la creazione di un parco comporti restrizioni o divieti che possano in qualche modo ostacolare le attività o le proprietà private presenti nell’area Val Sanagra. In realtà i P.L.I.S (parchi locali di interesse sovracomunale, come la Val Sanagra) rappresentano il sistema di tutela più libero e agevole, sistema che nasce dalla volontà dei comuni.
Il meccanismo legislativo dei P.L.I.S è molto diverso da quello delle riserve o dei parchi naturali, infatti, le norme che ne regolano la gestione non dipendono da leggi regionale ma fanno capo ai singoli comuni. La stessa Convenzione stipulata tra i comuni di Menaggio e Grandola, garantisce la continuità di tutte le attività tradizionali svolte in Val Sanagra (caccia, pesca, raccolta di funghi e frutti, taglio della legna e quant’altro) e non influisce in nessuna misura sulle proprietà private presenti nell’area del parco, a maggior ragione basti ricordare che la perimetrazione del P.L.I.S Val Sanagra esclude tutti i centri abitati e comprende solo le zone prive di urbanizzazione.
L’idea di creare, come potrebbe pensare qualcuno, un parco recintato dove non si possa fare nulla è qualcosa di obsoleto che porterebbe alla “morte del valore storico/rurale della Val Sanagra”. Tutti sanno benissimo che questa valle è frutto di un indissolubile sodalizio con l’uomo locale che, nel nostro caso, ha saputo sfruttarla in modo intelligente, spesso preservandola e in certi casi migliorandola. L’idea del P.L.I.S è di continuare questo sodalizio, anzi cercare di mantenerlo nel tempo e se possibile incrementarlo!

Il Parco della Val Sanagra è situato in una splendida vallata che si incunea nel cuore delle Prealpi Lepontine.
Il nome della vallata deriva dalla presenza dell’omonime torrente Sanagra, conosciuto da tutti con il termine Senagra, che scorre dalle pendici dei monti sommitali sino alla foce di Menaggio (200 m).
Su ampia scala geografica il parco è posizionato tra il Lago di Como ed il Lago di Lugano ed è visibile percorrendo il tratto di strada che collega Menaggio a Grandola ed Uniti (400 m), presso la nota insellatura chiamata “Sella di Grandola” o Val Menaggio.

L’asse vallivo, che ricalca interamente l’estensione nord-sud del parco, ha un considerevole sviluppo se consideriamo che percorre un dislivello di 1900 m e un percorso di 15 Km.
Alla testata della valle troviamo a nord i Monti Tabor, Marnotto e Bregagno (2107 m), mentre a sud-est è collocato il territorio di Menaggio.
L’impluvio della valle confina ad est con il Monte Grona (1736 m) mentre a ovest con la Val Cavargna, seguendo un displuvio che dall’Alpe Logone (1100 m) sale sino al Monte Pizzone (1742 m).

L’aspetto rilevante del Parco della Val Sanagra è l’ambiente ancora selvaggio fatto di mosaici di endemismi insubrici, boschi, praterie e alpeggi; ricordiamo in proposito la pregevole abetaia di Abies alba che riveste il bacino imbrifero del torrente. Questi habitat sorreggono un patrimonio faunistico di indubbio valore, tanto che il parco vanta la presenza di più di un centinaio di animali stanziali; dato testimoniato dalla presenza di un’oasi per la protezione della fauna.

La conservazione del patrimonio naturale, l’assenza di un’urbanizzazione altrimenti sempre crescente e, paradossalmente, la facilità di comunicazione e raggiungibilità fanno di quest’area uno dei territori più interessanti in ambito lariano. A conferma di ciò basti ricordare che i comuni di Grandola ed Uniti e Menaggio presentano le ultime abitazioni sino a circa 900 m di altitudine, limite oltre il quale si estendono interi ettari di boschi in pieno sodalizio con un ambiente naturale quasi incontaminato.

La conservazione della valle è frutto di “un’eredità” delle vicende storiche; in effetti i primi insediamenti furono, in un primo tempo, esclusivamente stagionali perché legati all’allevamento ed allo sfruttamento dei boschi e, solo più tardi, divennero permanenti per attività di tipo artigianale, pre industriale o industriale che utilizzavano l’acqua del torrente a scopo energetico.

Un altro fattore di rilevante importanza è l’assetto geologico del Parco, interessato dal passaggio di una faglia di rilevanza regionale, la linea della Grona, che in Val Sanagra attraversa un giacimento fossilifero di importanza nazionale: l’affioramento carbonioso dell’Alpe di Logone. In questa zona so conservati i resti di una foresta continentale che riporta l’orologio del tempo a 310 milioni di anni fa (Carbonifero medio, Westaliano) in un ambiente popolato da felci, anfibi e insetti.
Nel Parco della Val Sanagra sono stati trovati i primi semi fossili della storia della terra: i “Trigonocarpus” prodotti da piante con caratteristiche intermedie tra le felci e le conifere. Una volta superata la faglia l’orologio del tempo geologico si sposta in avanti di 100 milioni di anni e continuano le sorprese celate nelle rocce del parco: ora la foresta lussureggiante è sostituita da mari caldi, popolati da temibili barracuda (Saurichthys sp.) e pesci appartenenti a specie tipiche dei terreni Norici (Triassico superiore, 210 milioni di anni).

La derivazione delle acque del Sanagra è stata frequente in passato e numerosi sono stati gli utilizzi: le captazioni necessarie per alimentare le macine dei mulini (oggi ancora presenti), i magli dei forni (loc. “Forno” – Cardano) e le turbine per la produzione di corrente (Seterie e Impresa Venini di Menaggio). Nonostante queste attività siano cessate, permangono ancora i resti degli impianti di captazione.

Nel 2005 è stato istituito in Val Sanagra un Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) per volontà dei comuni di Grandola ed Uniti e Menaggio.